Tensione e repressione ieri come oggi.

Cade in questo periodo l'anniversario della strage di piazza Fontana, era il lontano 12 dicembre del 1969 quando alle ore 16:37 alla Banca Nazionale dell'Agricoltura scoppiava una bomba provocando il ferimento di 86 persone e la morte di 17.
Questa strage, come altre, non fu una casualità, fu un atto voluto e costruito dalla connivenza tra i servizi segreti statali e i fascisti che piazzarono le bombe. Un disegno politico oscuro e manovratore che punta sempre il dito contro chi lotta, contro le voci di dissenso a questo sistema, facendo cadere la colpa di quella strage voluta dallo Stato su gli anarchici, così da permettere a gli assassini in divisa dello Stato di defenestrare Giuseppe Pinelli e imprigionare Pietro Valpreda, ennesime vittime della repressione statale nei confronti degli anarchici.
Tutto questo fu frutto di una strategia della tensione usata dallo Stato in quegli anni, e che continua a essere usata oggi in forme diverse. Oggi la repressione e la strategia della tensione, usata per lo più in forma mediatica dalla Stato e attuata in forma repressiva con le leggi liberticide, colpisce ancora chi lotta e chi fa sentire la voce di dissenso politico verso un sistema, quello del capitalismo bieco sfruttatore e dello Stato sua sovrastruttura costruito per difendere gli interessi della classe dominante, che distrugge ogni forma di felicità e di serenità nella vita dell'uomo.
Oggi chi fa della lotta antifascista e antiautoritaria un obbiettivo della sua azione politica viene tacciato come sovversivo, rinchiuso e torturato come succedeva nell'oscuro periodo noto come ventennio fascista.
I fascisti protetti dallo Stato perché manovali per i lavori sporchi dei poteri forti, sono oggi al governo sotto mentite spoglie e hanno il pieno potere di promulgare leggi razziste, omofobe e liberticide che privano anche della libertà basilare, come la libertà di culto e la libertà di potere esprimere il proprio pensiero, che devono essere garantite all'uomo.
Con la strategia della tensione mediatica si alimenta la mentalità di stampo razzista e si taccia l'immigrato come un nemico che ti viene a sottrarre lavoro, tutto questo per occultate chi sono i veri nemici della libertà ovvero i padroni e chi per loro fa le leggi e i loro interessi.
I lavoratori sempre più sfruttati vengono repressi duramente quando protestano per ottenere condizioni quantomeno decenti, e questa è l'ennesima prova che gli apparati repressivi, i massacratori in divisa dello Stato, hanno il compito di proteggere gli interessi dei padroni anche a costo di massacrare donne e bambini presenti in mezzo alla folla durante le contestazioni.
Agli studenti non permettono neanche di respirare. Sottraggono con il disegno politico di smantellamento del diritto d'istruzione pubblica che è in atto e che procede da anni con diversi governi, tanto di centrodestra che di centrosinistra, la libertà del sapere e anche il minimo diritto che consisteva nella scuola pubblica garantita a tutti.
Questo avviene perché un popolo ignorante è più facilmente governabile, quando gli studenti scendono in piazza e protestano contro le misure prese dal governo vengono, per tutta risposta, duramente repressi con cariche, arresti e denunce.
La strumentalizzazione delle lotte di certe correnti, come quella che si attribuisce il nome di "Studenti in movimento", contribuiscono il fomentare dei pensieri di stampo fascista e non fanno altro che portare acqua al mulino di quelle organizzazione fasciste che in realtà sono oggi al governo con quei partiti e quei ministri che stanno applicando lo smantellamento del diritto all'istruzione, fanno dunque un doppio gioco, e si pongono obbiettivi falsi, senza obbiettivi reali.
Tutto fa parte di un disegno repressivo e di una strategia di tensione oggi più che mai usata dallo Stato per tenere in piedi questo sistema di repressione, un sistema che garantisce il benessere dei pochi potenti sulle spalle dei molti sfruttati.
Disegno che punta alla strisciante costruzione del moderno fascismo, costruito con il controllo mediatico delle menti del popolo, e con la repressione costante di ogni protesta, dissenso, pensieri e movimenti non in linea con il pensiero unico promulgato dal governo.
Bisogna rilanciare le lotte e lavorare affinché le pratiche di lotta siano indirizzate nella maniera più libertaria possibile. Dobbiamo lavorare tutti in direzione di una nuova società che sia più libera, più giusta, più equa e più umana.

Roberto per la Sezione "Delo Truda" FdCA – Palermo